La Repubblica, 1 Agosto 2002



Premio Viareggio, vince Zoya la partigiana

La giuria di Garboli assegna il titolo internazionale alla militante afghana. Il no del cardinal Martini il riconoscimento

Verrà a dirci che laggiù niente è cambiato. «Tra i talebani e i seguaci dell'alleanza del nord c'è una sola differenza: la barba. Per il resto, la vita delle donne in Afghanistan è l'inferno di sempre. Sono libere sì, di prostituirsi e chiedere le elemosine». Verrà per aprirci gli occhi, Zoya. La partigiana delle donne afghane. Ventiquattro anni, e già una vita segnata dalla guerra e dalla rivolta alla guerra. Zoya che il 13 settembre sarà a Viareggio e dietro a un robusto paio di occhiali neri, il velo no, non se lo metterà anche se la sua vita è costantemente in pericolo, riceverà dalle mani di Cesare Garboli il riconoscimento di questa sua vita in trincea: il premio internazionale «Viareggio Versilia», la sezione del letterario «Viareggio Repaci» dedicata a chi si è impegnato per la cultura, l'intesa tra i popoli, il progresso sociale, la pace. «Crediamo che Zoya, per la sua attività nel Rawa, il movimento rivoluzionario delle donne afghane, incarni tutti questi aspetti. Abbiamo votato per lei con trasporto ed entusiasmo» ha detto Garboli, presidente della giuria. Nella rosa dei candidati c'erano anche altri nomi. Padre Alex Zanotelli, per esempio, che però aveva già fatto sapere di non poter essere in Italia nei giorni del premio. E il cardinal Martini: «Ci sono stati contatti con la sua segreteria, Martini stesso mi ha scritto una lettera affettuosa. Sta vivendo un cambiamento di rotta, lascerà Milano per Gerusalemme, mettersi in vista, ritirando un premio in pubblico, lo avrebbe agitato» ha spiegato Garboli. Le altre due candidature venivano dal Medio Oriente, una palestinese e l'altra israeliana. Alla fine ha vinto Zoya. In un messaggio inviato agli organizzatori ringrazia così: «Questo premio ci aiuta ad andare avanti. Anche se il disgustoso regime talebano è caduto, non significa che siano terminate le miserie della nostra nazione. L'alleanza del nord, fondamentalisti uguali ai talebani e Al Qaida, è ancora al potere, generosamente sostenuta dal governo americano. Questo ha distrutto i sogni del nostro popolo. Ma noi donne continueremo a lottare». (c.r.)


Da: http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20020801/cronaca/077figir.html




La Repubblica, 13 Settembre 2002



Al Premio Viareggio finale con Zoja l'afghana

Premio Viareggio Repaci, 73a edizione: stasera alle 21 al Centro Congressi dell'Hotel Principe di Piemonte si svolge la cerimonia di premiazione. La serata, con la conduzione di Alain Elkann e di Maria Grazia Capulli, sarà ripresa dalla Rai (ma andrà in onda venerdì 20 settembre su Raidue). «Sarà un happening» annunciano gli organizzatori. A salire sul palco e a ricevere i premi della giuria capitanata da Cesare Garboli saranno i vincitori delle tre sezioni del premio letterario, letteratura, saggistica e poesia. Insieme a loro ci sarà anche Zoja, la ventiquattrenne militante afgana dell'associazione di donne Rawa a cui è stato assegnato il premio internazionale ViareggioVersilia per il suo impegno rischioso a favore delle donne afghane e del riconoscimento dei più elementari diritti. Nel pomeriggio alle 16, Zoja, non si sa se protetta dal burka o solo da occhiali neri, incontrerà il pubblico nella sede del Comune.




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