The Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA)
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RAWA.org, April 28, 2019

Né talebani né criminali jihadisti - Potere al popolo afghano!

Dichiarazione di RAWA nei giorni bui del 28 e 27 aprile


RAWA statement on Saur dark days 2019

Quest’anno i giorni di lutto nazionale del 7° e 8° anno di Saur (27-28 aprile 1992) coincidono con l’ennesimo tradimento degli Stati Uniti che, dopo la caduta dei loro servi talebani, hanno messo al potere criminali jihadisti quali Sayyaf, Rabbani, Fahim, Zahir Qadir, Abdullah, Dostum, Ismail, Atta Mohammad, Mohaqiq, Qanooni, Khalili...

Come noi e altri veri democratici avevamo previsto, gli occupanti statunitensi hanno rimosso i talebani dalla lista dei gruppi terroristi e vogliono riportare al potere questi crudeli assassini di migliaia di giovani afghani e vergognosi servi di Pakistan, Qatar e Arabia Saudita accanto ai loro fratelli jihadisti, per far sì che, come la brutale banda di Gulbuddin, svolgano per sempre il loro ruolo di fedele custode dei loro interessi politici ed economici nel nostro paese.

Il popolo afghano vuole la pace con tutte le sue forze, ma fare pace con i talebani assassini, saccheggiatori e mercenari che così avranno più potere e privilegi di prima significa tornare nell’inferno che la nostra gente ha vissuto durante il loro regime. Questa “pace” metterà solo le basi per nuove guerre, più devastanti e distruttive. Khalilzad [N.d.R.: diplomatico statunitense di origini afghane, rappresentante speciale per la riconciliazione in Afghanistan] è colui che gli Stati Uniti hanno usato per questo tradimento, portato avanti con l’intermediazione di Karzai, di criminali jihadisti e di reazionari come Anwar ul-Haq Ahadi, Aziz Rafi, Shahnawaz Tanai, Soraya Dalil, Omar Zakhilwal, Nilab Mobarez, Hafiz Mansoor, Habiba Sarabi, Orzala Ashraf, Ghafoor Lewaal, Latif Pidram, Zalmai Rasool, Javid Kohestani, Shahla Farid, Noor ul-Haq Oloomi, Rangin Spanta, Sima Samar e di altri membri della società civile che porteranno avanti questo piano a Mosca, a Doha o altrove. Contrariamente alle affermazioni vergognose di Fawzia Koofi, i talebani non sono affatto cambiati e non sono diventati “interessanti”: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Quando i talebani andranno al potere, insieme ad altri o da soli, seguiranno i passi di Sayyaf, che durante gli anni sanguinosi del jihadismo disse che l’“infedele” Kabul doveva essere bruciata; grazie ai loro capi e al Ministero della Virtù scateneranno la loro vendetta su donne, uomini, anziani e giovani afghani. Coloro che sono pronti a rinunciare al loro onore e alla loro dignità per il potere e il denaro hanno ubbidito agli ordini di Khalilzad, inginocchiandosi davanti ai talebani, stringendogli le mani insanguinate con orgoglio e pregando con loro, si sono schierati con coloro che attaccano ogni giorno il nostro popolo e hanno consegnato l’Afghanistan ai loro padroni pakistani.

In tutto questo, Ashraf Ghani, che ha subìto le offese degli Stati Uniti e le cui trattative con le bande di Atta e Mohaqiq non hanno portato a nessun risultato, sta scervellandosi con i suoi sciocchi consiglieri per cercare di sedersi al tavolo dei negoziati con i talebani, nonostante questi criminali uccidano ogni giorno centinaia di soldati e civili, brucino i distretti uno dopo l’altro facendo scappare gli abitanti indifesi. Per raggiungere il suo scopo Ghani ha provato a bussare a tutte le porte e il risultato è la formazione di un gruppo di 250 persone, ridicolizzate persino dai talebani dell’ISI.

È chiaro che nessuno si aspetta che un governo fantoccio, impopolare e composto da fondamentalisti e tecnocrati pagati dalla CIA, le cui uniche preoccupazioni sono indossare belle cravatte e fare il verso ai portavoce americani, voglia o sia in grado togliere di mezzo i criminali e i corrotti, oppure che aiuti la popolazione a dotarsi degli strumenti utili a ingaggiare una battaglia decisiva contro i talebani, l’ISIS e gli altri terroristi. Questo sarà possibile solo quando il nostro popolo insorgerà, e questi criminali che hanno comandato per gli ultimi 40 anni verranno sconfitti: quello sarà il momento in cui in Afghanistan potremo alzare la bandiera dell’indipendenza, della libertà, della democrazia e liberarci dalla morsa dei religiosi e dai servi della CIA, dell’ISI e degli oppressivi regimi religiosi dell’Iran, dell’Arabia Saudita e del Qatar. Questo non è solo uno slogan. In questo momento, le donne e gli uomini del Sudan e dell’Algeria stanno combattendo per rovesciare i loro regimi autoritari e fondamentalisti senza temere i loro governi oppressivi. Perché mai la nostra nazione, che ha resistito orgogliosamente agli invasori inglesi e russi, non dovrebbe essere capace di liberarsi dei killer talebani, dell’ISIS e dei loro simili?

La nostra gente pensa che i talebani siano forti e che prevarranno, ma non è così. Questa situazione è dovuta alla debolezza, all’inefficienza, alla corruzione radicata, alla forte influenza degli agenti di Pakistan e Iran e al governo mafioso di Ghani e Abdullah creato dalla CIA. Di fronte a tanta inettitudine gli analfabeti reazionari di mentalità medievale, in particolar modo i talebani creati dall’ISI, appaiono forti. A questo va aggiunto che la propaganda di funzionari e media statunitensi, che dipingono i talebani come “imbattibili”, e di alcuni intellettuali all’interno e all’esterno dell’Afghanistan, che li chiamano “la forza che si oppone all’occupazione”, hanno reso i talebani più forti e potenti.

Il nostro popolo sa che se il Pakistan smettesse di sostenere i talebani anche per una settimana, questi non avranno scampo; sanno che un gruppo che è stato creato e finanziato da un governo reazionario e che ha commesso orribili massacri non può e non deve avere ancora una volta il loro destino nelle sue mani per trascinare l’Afghanistan indietro di secoli. Il nostro popolo non ha dimenticato i massacri compiuti dai talebani nelle aree abitate dagli shamali e dagli hazara, gli assassinii di insegnanti, studenti, giornalisti e le scuole in fiamme. Abbiamo sempre detto che il nostro popolo non perdonerà mai i talebani e li punirà, se non altro per la distruzione dei Buddha di Bamyan; non importa quanto è forte il sostegno degli Stati Uniti o del Pakistan. È dovere delle forze democratiche che vogliono l’indipendenza cercare di far sì che la consapevolezza e la rabbia tra le persone si diffonda e organizzare la popolazione perché si formi un movimento vincente. La partecipazione delle donne a questa lotta contro i talebani e i jihadisti è vitale e decisiva. Le donne devono essere consapevoli di poter svolgere un ruolo storico se lotteranno per l’indipendenza, la democrazia e la laicità e contro il fondamentalismo; non come le “donne della CIA” che si precipitano all’ambasciata degli Stati Uniti per dare il loro appoggio a Khalilzad. Le donne che lottano considerano queste azioni disgustose e prendono ispirazione da attiviste come Malalai, Nahid, Meena e le donne dell’Iran, del Kurdistan, della Turchia e di altri paesi; non si piegheranno alle torture o alle pressioni del nemico.

Cari compatrioti che volete la libertà, con l’inclusione dei talebani al potere ci attendono giorni estremamente difficili e abbiamo solo due opzioni: cedere alla paura e farci umiliare o combattere con forza e coraggio contro i talebani e i jihadisti loro complici. Scegliamo la seconda opzione e dimostriamo al mondo che il popolo afghano, come i popoli iraniano, sudenese, algerino e di altri paesi è vivo e vuole libertà, democrazia, giustizia sociale ed è determinato a cancellare la vergogna dei giorni del 7° e 8° Saur dalla sua storia.

Abbasso i talebani, i jihadisti e i loro complici!

Lunga vita ad un Afghanistan indipendente e democratico, libero dal fondamentalismo!

RAWA (Associazione rivoluzionaria delle donne Afghane)
28 aprile 2019

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