HRW: ancora minacce contro le donne

Human Rights Watch, 9 maggio 2002

Le donne afghane continuano a temere la violenza fisica e l'insicurezza, anche dopo la fine del regime dei talebani, afferma oggi Human Rights Watch.

Violenze sessuali da parte delle fazioni armate e molestie pubbliche connesse alle norme repressive risalenti all'era dei talebani continuano a restringere la libertà di movimento e di espressione delle donne, e la possibilità di scegliere l'abbigliamento, sostiene Human Rights Watch in un documento per la stampa pubblicato oggi.

In seguito alla cacciata dei talebani dal potere, I media hanno mostrato alcune donne che si toglievano il burqa, un'azione che dava l'impressione che esse fossero pronte a mostrare in pubblico la faccia e a smettere di indossare questo indumento che copre tutto. In effetti, mentre scriviamo, le donne di Kabul e di Herat continuano a mettersi il burqa quando sono in strada. Molte intervistate hanno detto di avere paura di andare in giro a volto scoperto. Le motivazioni per questo erano diverse, ma la risposta più commune era la paura "degli uomini armati". Si tratta di un riferimento agli ex mujahiddin o membri della resistenza - coloro che hanno combattuto sotto il comando dei diversi signori della guerra nelle varie fasi delle guerre afghane. Molti combattenti hanno seppellito le loro armi quando i talebani hanno conquistato il potere; ma appena questi ultimi sono stati cacciati, le hano ritirate fuori, e alcuni hanno cominciato a rapinare e saccheggiare case private. A Kabul ci sono state oltre 1000 rapinein un mese e un numero notevole di omicidi, dopo la partenza dei talebani.

La paura è un aspetto significativo delle storie di donne raccolte durante questa ricerca. Molte donne non si ricordano neanche di periodi in cui non avevano paura. I loro timori in parte spiegano perché le donne hanno scelto di continuare a mettersi il burqa anche dopo la fine dei talebani. Senza dubbio gli occidentali si sono concentrati troppo sulla questione del burqa. Nel clima politico post-talebani, esso è diventato più un barometro per misurare il livello di insicurezza percepito dalle donne che una questione di diritti delle donne stesse.

Ufficio del Coordinatore dell'ONU per l'Afghanistan
Febbraio 2002
"Le donne potranno partecipare alla ricostruzione dell'Afghanistan solo se sono sicure sul piano fisico", ha dichiarato LaShawn R. Jefferson, direttrice generale della Divisione Diritti delle donne di Human Rights Watch. "La comunità internazionale deve agire adesso per terminare la violenza contro le donne."

Nelle sue 11 pagine il rapporto, dal titolo "Ripararsi: le donne nell'Afghanistan post-talebani", documenta casi di attacchi e minacce contro le donne - compresi stupri e altre forme di violenza sessuale - e il loro effetto sulla partecipazione femminile alla società civile.

A partire dalla fine del dominio dei talebani nel novembre 2001, donne e ragazze hanno avuto un accesso via via più ampio all'istruzione, alle cure mediche e al mercato del lavoro. Allo stesso tempo, molte afghane vivono ancora in un ambiente nel quale la loro incolumità fisica è costantemente a rischio. La relazione pubblicata da HRW descrive diversi casi di violenza sessuale nella città settentrionale di Mazar-i-Sharif, compresi stupri di gruppo.

Molte donne continuano a limitare i loro spostamenti e a indossare il burqa, un abito che copre dalla testa ai piedi, per la loro sicurezza fisica, nonostante il fatto che le leggi promulgate al tempo dei talebani che lo rendevano obbligatorio non siano più in vigore.

Human Rights Watch ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché sostenga l'allargamento del mandato e della durata dell'ISAF (la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza dell'Afghanistan), aumenti le risorse stanziate per il monitoraggio dei diritti umani nel paese e conceda assistenza finanziaria e operativa diretta al ministero afghano per gli Affari femminili

Inoltre, HRW ha chiesto all'Autorità interinale e agli enti locali di prendere tutti i provvedimenti possibili per proteggere le donne dalle violenze sessuali e da quelle comunque legate all'identità di genere, e per assicurare alla giustizia chi se ne dovesse macchiare. Inoltre viene raccomandato al ministero della Giustizia di abrogare le leggi discriminatorie nei confronti delle donne e in contrasto con il diritto internazionale e con i trattati sottoscritti dall'Afghanistan.

Il documento è disponibile online all'indirizzo http://hrw.org/backgrounder/wrd/afghan-women-2k2.htm








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